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La Storia di Foligno

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Le origini della città si possono far risalire con ogni probabilità al periodo preromano, quando gli Umbri si stabilirono non lungi dal fiume Topino, privilegiando questa zona per la centralità dell'ubicazione e per l'abbondanza delle acque. I primi insediamenti furono forse in altura, dal momento che il fondo valle doveva essere largamente paludoso.
Dopo la battaglia del Sentino del 295 a.C., i Romani si imposero definitivamente agli Umbri; la città romana, che fu prefetura e poi municipio, ebbe successivi insediamenti nell'area compresa tra l'atuale cimitero e la frazione di Colle San Lorenzo.
Quando tra il II e IV secolo, il Cristianesimo cominciò a diffondersi in Umbria, Foligno ebbe il suo apostolo e martire in San Feliciano, morto secondo la tradizione sotto l'imperatore Decio (249-251). Il suo corpo sarebbe stato sepolto "iuxta Fulgineam civitatem" oltre il ponte di Cesare in un campicello adibito a cimitero cristiano. Qui fu eretto un sacello per contenere le spoglie del Vescovo e sopra di esso fu edificata la prima chiesa dedicata al santo. Intorno a tale nucleo sorsero sempre più numerose le case quasi a cementare l'unione dei folignati con il loro patrono. Nacque così il "castrum" che, aprendo le porte ai fuggiaschi di Forum Flamini (l'attuale San Giovanni Profiamma) distrutto nel 740 dalle milizie di Liutprando, assunse il nome di "Civitas Sancti Feliciani" successivamente mutato in "Civitas Folineata", poi Foligno.
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La città, che già dal 1198 esercitava il diritto di eleggersi un Podestà, non nascondeva le sue simpatie ghibelline posta com'era fra Spoleto e Perugia, ambedue di sicura fede guelfa. La storia del XIII secolo è tessuta di lotte e scontri con le città vicine; per ben due volte, nel 1253 e nel 1282, le milizie guelfe capeggiate da Perugia posero d'assedio Foligno e vi penetrarono recando ingenti danni.
Aseguito del clima di instabilità e di insicurezza che si era venuto a creare, si affermarono i Trinci che rafforzarono il loro potere mediante una sagace politica di connubi con case regnanti e con casati limitrofi assai autorevoli e, modificando abilmente la linea delle loro alleanze, sopravanzarono i ghibellini Anastasi, loro principali avversari. Nel 1305 col favore papale giunsero alla signoria della città e riuscirono a mantenerla per più di un secolo. La massima estensione territoriale fu raggiunta tra il 1377 e il 1415 ed è proprio questo il momento di maggior splendore culturale: la corte diede luistro alla città e ospitò insigni personaggi come Ludovico Re d' Ungheria, il Cardinale Egidio di Albornoz, il Papa Bonifacio IX. La Signoria ebbe un violento epilogo nel 1439 e da allora la città fu governata da legati pontifici.
Foligno fin dal 1400 appare florida per le industrie manifatturiere, le numerose botteghe e le fiere periodiche, che richiamavano gente anche da molto lontano.
Nel 160 la tradizione commerciale si consolidò: i capitali provenienti dal commercio furono in parte impiegati nell'agricoltura (da qui la diffusione capillare della mezzadria) e in parte furono adoperati per costruire o abbellire le dimore padronali, i palazzi che appunto ornano la città.
Tra la fine del 1700 e gli inizi del 1800 Foligno risentì degli eventi napoleonici, ma nel 1814 il delegato Apostolico riprese il possesso della città, che in seguito partecipò attivamente alle vicende risorgimentali. Alcuni patrioti folignati, quali Cesare Agostini, Francesco Benaducci e Colomba Antonietti lottarono per difendere la Repubblica Romana; il 15 settembre 1860 Foligno entrò a far parte del Regno d'Italia.
Già importante centro economico e commerciale nello Stato Pontificio, dopo l'Unita d'Italia vide sorgere sul suo territorio un gran numero di opifici, quale promessa di sicura industrializzazione.
Fortemente danneggiata durante la seconda guerra mondiale, all' indomani del grande conflitto si volse a recuperare integralmente la sua funzione d'importante centro commerciale e di nodo stradale e ferroviario.
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LA CITTA'
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La città di Foligno è situata in pianura, ad un'altitudine di mt. 234 sul livello del mare, al centro della Valle Umbra, in corrispondenza dello sbocco in piano e della confluenza delle valli del fiume Topino e del fiume Menotre, tributari del Tevere.
Per la centralità della sua ubicazione, punto d'incontro d'importanti arterie di comunicazione dell'Italia centrale, Foligno è uno dei principali nodi stradali e ferroviari dell'intera regione; è dotato inoltre di un aereoporto classificato "scalo di interesse regionale".
Terzo comune dell'Umbria per numero di abitanti , è il più importante centro commerciale della Valle Umbra Sud.
Le industrie presenti in zona sono essenzialmente le medie e le piccole: in parte quelle tradizionali del territorio, legate all' agricoltura e alla forza motrice delle acque, come cartiere, tipografie, concerie, lavorazione del legno, industria molitoria ed oleifici;
in parte di più recente impianto, quali pastifici, cotonifici, fornaci, industrie chimiche e meccaniche.
La tradizione commerciale, industriale ed artigianale ed il fervore della vita della città fanno di Foligno anche un centro .
La pianura circostante, ricca di acque, è una delle più fertili aree agricole dell' Umbria, coltivata prevalentemente a cereali, cui s'alternano foraggi e piante industriali; notevole diffusione ha il vigneto, mentre le colline intorno alla città sono ricoperte di uliveti.
Una parte del territorio comunale si estende sulle montagne, ad oriente, ricca di boschi e pascoli fino a raggiungere òlo spartiacque appenninnico, nella zona di grande interesse naturalistico denominta Altopiano di Colfiorito.
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LO STEMMA
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Secondo Ludovico Iacobilli, erudito folignate del Seicento, lo stemma più antico di Foligno avrebbe rappresentato il prospetto delle mura della città lambite dalle acque di un fiume e sormontate da cinque torri, sulla più alta delle quali, in posizione centrale, sarebbe stata un'aquila e su ciascuna delle altre un giglio. Ai lati della porta, accessibile attraverso un ponte, sarebbero stati due leoni affrontati. Di questo stemma la città si sarebbe fregiata nel secolo XIII, quando nel quadro delle lotte fra papato ed impero aveva il predominio la fazione ghibellina. Iacobilli ce ne ha lasciato
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il sigillo da cui è tratto sarà pubblicato nel 1775 da un altro erudito, Giovanni Mengozzi. In epoca imprecisata - ma presumibilmente nel 1305, quando prevalse con i Trinci la fazione guelfa - l'aquila sovrastante la torre centrale sarebbe stata sostituita da un giglio sormontato da una croce, mentre gli altri elementi figurativi sarebbero rimasti immutati. Lo stemma così modificato sarebbe invalso fino al 1350, anno nel quale ne sarebbe stato adottato un altro, che rappresenta il giglio e la croce in scudi separati. La contrapposizione dei due elementi - il giglio quale arme della città e la croce quale insegna del capitano dei popolo - indurrebbe a collegare l'assunzione del nuovo stemma nel 1350 alla redazione dello Statuto del popolo, che in tale anno, appunto, venne completata. Il giglio stando ad una Cronaca del 1421 sarebbe stato di colore verde, come è testimoniato in effetti dal pallio del Castello di Roccafranca, che tuttora possediamo. Successivamente, il giglio e la croce figureranno insieme in un unico scudo semispaccato e partito, cioè diviso perpendicolarmente in due parti uguali e spaccato nella sezione destra.
Il giglio sarà d'oro in campo rosso, mentre la croce sarà rossa in campo d'argento e di foggia patente,poiché i bracci si allargano verso le estremità. Rimasto invariato negli ultimi tre secoli, è questo tuttora lo stemma della città.
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GEMELLAGGI
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Il Comune di Foligno, al fine di incentivare scambi internazionali di amicizia, iniziative culturali, sportive ed economiche, finalizzati ad avvicinare i popoli e a produrre il loro sviluppo sociale, promuove ed attua adeguate politiche in grado di realizzare Atti di Gemellaggio con diverse realtà dei cinque continenti,che abbiano affinità e comunioni di intenti con la città di Foligno.Attualmente, il Comune di Foligno ha in essere tre Gemellaggi; uno con la città di Shibukawa della Regione di Gunma (Giappone), uno con la città di La Louvière , capoluogo della Vallonia (Belgio) e uno con la città di Gemona del Friuli .
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FOLIGNO E LA STAMPA
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Fra le regioni d'Italia, l'Umbria è quella che ha immediatamente seguito il Lazio e il Veneto nell' introduzione dell'arte della stampa.In Umbria furono
Trevi e Foligno le prime città a cimentarsi in questa nuova fascinosa attività.
Il primato regionale in senso assoluto spetta a Trevi, ma Foligno la seguì nel medesimo anno, 1470, con lo scarto di qualche mese. Il tipografo tedesco Giovanni Numeister da Magonza, con alcuni dei suoi compatrioti che risiedevano a Foligno, in qualità di calligrafí, stamparono,nel 1470 in casa di Emiliano
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Orfini, l'opera "De bello italico adversus Gothos" di "Orlando Bruni di Arezzo. Nel 1471 stamparono il volume delle "Lettere Famigliari" di Cicerone. L'introduzione dell'arte della stampa in Foligno è opera dunque di Emiliano Orfini, patrizio folignate, rinomato orafo e zecchiere pontificio sotto Sisto IV e Innocenzo VIII.
La collaborazione tra Numeister e Orfini durò fino al 1471. Un anno dopo l'azienda tipografica Numeister e soci era di sciolta e verso la metà dei 1473 il Nurneister veniva imprigionato su istanza dei creditori, poiché non aveva potuto far fronte agli impegni finanziari presi con gli Orfini e i soci. Dell'attività folignate di questo valente tipografo tedesco, la gemma è rappresentata dalla stampa della "Divina Commedia" (11 aprile 1472). Nel 1677 esordì nell'arte tipografica a Foligno Antonio Mariotti che ottenne anche il titolo di Tipografo Camerale. Al Mariotti spetta il vanto di aver pubblicato il primo foglio folignate di "Avvisi", ossia un periodico settimanale intitolato "Fuligno". Il periodico, edito settimanalmente, era costituito da un foglio di quattro pagine di piccolo formato (cm 27x20). La stampa in una sola colonna era piuttosto fitta e di un solo corpo di carattere. Le notizie erano raggruppate sotto il nome della città di provenienza separate l'una dall'altra da un piccolo spazio bianco nella stessa riga. I nomi delle città da cui provenivano le notizie erano stampati a capo linea in maiuscolo: seguiva la data, sotto cui andavano le notizie. Il periodo che definitivamente consolidò la fama di Foligno, come centro produttore di stampa periodica, fu la Gazzetta Universale (1776-1871), lanciata dal tipografo Pompeo Campana.
La Gazzetta Universale cominciò a uscire settimanalmente il 5 gennaio l776 in piccolo formato(cml9x13) in otto pagine, con una testata ben definita ed un ampio servizio di informazioni, specialmente da città estere. Nel 1799 la Gazzetta fu stampata da Giovanni Tomassini. Salvo l'interruzione tra il 1810 e il 1814, imposta dall'autorità politica, il periodico continuò ad uscire dalla tipografia Tomassini sino al 1871, subendo via via qualche modifica formale reclamata dall'evoluzione dei tempi. Fra le tipografie che in Foligno hanno operato nel corso dei secoli dal XVII al XIX un cenno particolare meritato, per l'attività svolta, quelle dei Campitelli, di Pompeo Campana, di Giovanni Tomassini, di Fracesco Salvati. La tipografia Campitelli è vissuta più di due secoli; essa, oltre i famosi lunari, ha fornito una produzione libraria di intrinseco valore ristorantile, storico, artistico. Pompeo Campana e successori vanno ricordati per la produzione di libri di vario genere di accurata esecuzione tipografica.La tipografia di Giovanni Tomassini discende,per via di matrimonio, da quella del Campana: essa ha avuto una larga produzione di pubblicazioni ufficiali, di polemica politica e religiosa, di scienze, di tecnica agraria, di filosofia, di letteratura. Francesco Salvati (1827-84) più che tipografo fu intagliatore di caratteri di legno. La tipografia intitolata al suo nome, iniziò l'attività nel 1887 e si affermò tra le prime della regione. Nel 1889 assorbi la tipografia Sgariglia, nel 1891 la tipografia Tomassini, nel 1935 la tipografia Campitelli.
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