Le città umbre insorgono contro il riordino degli uffici giudiziari
Umbria, 27/06/2012
Stefania Filipponi Impegno Civile
Il Sindaco di Orvieto annuncia iniziative di protesta, insieme a ordini professionale e sindacati; i comuni, sedi di sezione distaccata di Tribunale, si mobilitano; Foligno, invece, tace, rassegnata al suo inesorabile declino. Il Sindaco Mismetti, disattendendo persino le richieste del Consiglio Comunale, che lo aveva invitato ad assumere idonee iniziative, limita il suo impegno ad una tardiva lettera al Ministro della Giustizia. Non solo: è ormai prossima la soppressione del Giudice di Pace con il trasferimento, a quanto sembra, delle relative funzioni a Perugia, cosicché i folignati rischiano di avere il Tribunale a Spoleto e il Giudice di Pace nel capoluogo.
Il Sindaco aveva garantito che il Comune si sarebbe accollato gli oneri necessari per evitare la chiusura del Giudice di Pace, eppure nel bilancio annuale (2012) e pluriennale, che il Consiglio si accinge ad approvare, non è stato appostato alcun capitolo per far fronte ai costi occorrenti per il mantenimento di tale ufficio, servizio di primaria importanza per i cittadini. L' Assessore, interpellato in proposito, ha risposto che, dopo il decreto di soppressione, il Comune avrà 60 giorni per verificare il da farsi, valutando l'ammontare dei costi e cercando di reperire i necessari fondi. Questa sì che è una programmazione tempestiva ed efficiente... Dopo la pratica chiusa ed archiviata della Cassa di Risparmio, lannunciato spostamento della centrale del 118 a Perugia, il probabile trasferimento della Asl a Terni, l'ipotesi di riordino degli ATI con accorpamento delle funzioni in un unico soggetto, la soppressione sia del Giudice di Pace che della sezione distaccata del Tribunale, rappresenta l'ulteriore impoverimento di quella che una volta era la terza città dellUmbria, non solo dal punto di vista demografico. Foligno sta perdendo la vocazione e l'identità di città di servizi, che la posizione geografica le aveva riconosciuto nei secoli. In un simile contesto nessuno può chiamarsi fuori e sostenere di essere esente da responsabilità: occorre una generale mobilitazione per impedire che il nefasto immobilismo della Giunta Mismetti, continui a marginalizzare la città rispetto al contesto regionale, causando danni che rischiano di diventare irreparabili.
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