Area industriale di San Giacomo Spoleto e piastra logistica di Foligno

Foligno, 10/05/2006

Per Cintioli devono essere un unico obiettivo al fine di garantire lo sviluppo dei territori. Integrare i territori è un obiettivo irrinunciabile per garantire agli stessi possibilità di sviluppo e competitività su un mercato sempre più globale. In questa prospettiva, secondo il consigliere regionale Giancarlo Cintioli, deve essere messa in relazione l’area industriale di San Giacomo di Spoleto con la piastra logistica intermodale di Foligno il cui progetto definitivo è stato consegnato nei giorni scorsi alla Presidente della Regione Umbria Maria Rita Lorenzetti. Integrazione dei territori e integrazioni dei servizi sono gli obiettivi contenuti nel Patto per lo sviluppo dell’Umbria e nel Documento Annuale di Programmazione (2006-2008) della Regione dove la riqualificazione dell’offerta insediativa per le attività produttive è una delle azioni strategiche fondamentali al fine di innalzare la competitività dell’intero sistema economico regionale. Per Cintioli la zona industriale di San Giacomo di Spoleto, con i suoi 50 ettari di cui 19 già completi di infrastrutture e servizi, devono costituire insieme alla piastra logistica intermodale di Foligno una risorsa non solo a livello locale ma per l’Umbria intera in quanto situate in una posizione strategica dal punto di vista delle infrastrutture viarie, ferroviarie e aeroportuali. Proprio per questa ragione l’area di San Giacomo e la piastra logistica di Foligno non devono essere viste come opere a sé stanti e separate ma elementi di un unico progetto integrato a sostegno e sviluppo di questo lembo dell’Umbria dove, tra l’altro, la realizzazione delle infrastrutture stradali e ferroviarie previste deve essere completata al più presto proprio in questa prospettiva. L’auspicio del consigliere regionale dei “DS - Uniti per l’Ulivo” è che, quanto prima, i comuni di Foligno e Spoleto, con il contributo della Regione Umbria, promuovano insieme questi due progetti poiché solo in questo modo, attraverso una reale partecipazione e confronto, sarà possibile evitare il ripetersi degli errori commessi in passato dove l’assenza di politiche concertate ha portato alla realizzazione di opere non sempre rispondenti alle necessità dei due territori.