Caccia In Commissione varate le linee programmatiche per il nuovo calendario venatorio
Umbria, 19/04/2010
Apertura unica della caccia, più spazio ai tipi di caccia tradizionali, ripopolamenti di qualità e nascita della consulta provinciale sulla caccia
Siamo pronti a varare unaltra piccola rivoluzione per la Provincia e per i cittadini: quella delle linee programmatiche al Nuovo Calendario Venatorio. Con queste parole il presidente della terza commissione Luca Baldelli ha aperto i lavori, a cui ha partecipato anche il Presidente Marco Vinicio Guasticchi, sul nuovo testo che lEnte ha studiato a fondo per ridare slancio e forza al settore venatorio dopo anni di polemiche e di emorragia di cacciatori (tornati sotto la soglia dei 35mila). Le linee programmatiche prevedono tre grandi novità: un forte contenimento delle specie nocive o che possano arrecare gravi danni allagricoltura (corvi, nutrie, volpi e cinghiale), il rilancio della caccia a più specie per consentire a tutti i cacciatori di poter praticare la propria disciplina preferita e listituzione di una Consulta provinciale della caccia.
Tra le novità che la Provincia vuole fortemente apportare al calendario venatorio ha spiegato Franco Granocchia, consigliere delegato in tema di caccia, difesa ambientale e valorizzazione turistica del territorio cè quella dellapertura unica dopo che per diversi anni invece è stata adottata la formula della preapertura. In questa maniera da una parte si rispettano i desideri dei cacciatori e dallaltra si tutelano le specie non cacciabili perché in quel periodo magari sono ancora in fase di crescita che possono essere preda di cacciatori non corretti. Sullapertura unica della caccia si sono espressi a favore anche Massimiliano Capitani (pd) e Enrico Bastioli (Sel). Questultimo capogruppo di Sinistra e Libertà ha spiegato lo spirito delle linee programmatiche della Provincia. Armonizzare la caccia Ha detto Bastioli - con il rispetto dellambiente e di chi vive di agricoltura. E costituire delle zone di ripopolamento e cattura che realmente possano produrre animali di qualità per il ripopolamento.
Questi punti qualificanti del Piano: 1) stabilire una consulta provinciale della caccia e proporre in questo contesto la vendita di alcuni capi abbattuti nella caccia di selezione. Con il ricavato della vendita costituire un fondo per le spese venatorie; 2) impegno della Provincia per la caccia in deroga al fringuello così come è stato già fatto per la caccia allo storno; 3) in merito a questo la Provincia sta provvedendo a fare un monitoraggio richiesto dallIstituto di Ispra di Bologna; 4) ridurre i danni provocati dai cinghiali attraverso gli abbattimenti selettivi e obbligatori sia nelle zone di ripopolamento e cattura che in tutte le zone faunistiche e venatorie; 5) impegnarsi per la revisione dei settori della caccia al cinghiale e risolvere i problemi che riguardano le altre specialità venatorie, in particolare, dandogli maggior spazio con laumento delle zone bianche; 6) opposizione al decreto della Regione che contempla, in caso di scarse risorse, la possibilità che siano le stesse squadre di cinghialari dei territori a dover risarcire i danni provocati dagli animali; 7) lapertura unica della caccia come già richiesto dalla Provincia di Terni.
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