Un grande esponente dell’arte contemporanea italiana per il palio della Giostra della Sfida di giugno 2010

Foligno, 19/04/2010

La Quintana si affida a Gianni Dessi’: “sono entusiasta”

Sarà un grande esponente dell’arte contemporanea italiana a realizzare per la Giostra della Quintana di Foligno il Palio della Sfida che sarà assegnato il prossimo 12 giugno al vincitore della tenzone cavalleresca ambientata nel Seicento. E’ Gianni Dessì, romano, uno tra gli artisti più significativi dell’astrattismo contemporaneo. Lavora nella Capitale in via degli Ausoni che ha dato il nome al gruppo di Dessì, Ceccobelli, Bianchi e Gallo, detto “Nuova scuola romana” che si esprime a fianco della Transavanguardia.
La sua pittura investiga i rapporti tra luce, forma e materia.
Dessì è stato contattato dall’avvocato e critico d’arte Italo Tomassoni, componente di rilievo della Commissione dell’Ente Giostra della Quintana di cui fanno parte anche il presidente Domenico Metelli, il vice presidente Marco Mariani ed il presidente della Commissione artistica Stefano Trabalza. “Dessì si è detto entusiasta e ben felice di realizzare il Palio della Quintana – sottolinea l’avvocato Tomassoni – e ha detto che dedicherà all’opera tutto il mese di maggio, seguendo anche quei criteri che sono alla base di ciascun Palio”. E felice per la scelta si è detto anche il presidente dell’Ente Giostra, Domenico Metelli il quale ha sottolineato come “la galleria d’arte contemporanea che solo la Quintana di Foligno è in grado di esibire, si arricchisce ulteriormente un lavoro prezioso ed esclusivo realizzato da un grande artista italiano”.
Gianni Dessì nasce a Roma nel 1955. Studia all’Accademia di Belle Arti dove si diploma in scenografia con Toti Scialoja. Inizia a collaborare a metà degli anni Settanta con il teatro d’avanguardia. Nel 1980 tiene la prime personali alla Galleria Ugo Ferranti di Roma e alla Galleria Yvon Lambert di Parigi. Nel 1981 con Bruno Ceccobelli e Giuseppe Gallo partecipa ad alcune importanti collettive all’estero: al Groninger Museum di Groningen (1981) e alla Salvatore Ala Gallery di New York (1983).
Luce, colore, materia. Una sperimentazione linguistica tra pigmento e materiali anomali. Un gioco pittorico tra cromatismi luminosi e impasti materici. E oltre il colore, il simbolo: figure astrattamente enigmatiche, immagini misteriose quasi alchemiche, che diventano simboli segreti da decodificare. Le pitture prendono la forma di impronte, lacerazioni, buchi, ma anche figure di volti, uova, occhi, bocche; disegni geometrici tracciati direttamente con il tubo di colore, fili e placche di metallo, elementi inclusi nel processo di ricomposizione del reale. Di questo - colore, materia, gesto, luce e simbolo - si nutre l’arte di Gianni Dessì.
Da esordi in un contesto segnico neo informale passa a figurazione embrionali archetipiche che riordina in campiture luminose nelle quali inserisce oggetti con valenze magiche. I dipinti degli anni '90 sono risolti in rapporti cromatici saturi. Impiega materiali diversi per un incremento delle singole possibilità espressive. Propone immagini impersonali attorno ad un nucleo d'energia cercato con un forte gesto in un contesto addensato di colore-luce. Deriva il proprio concetto di spazio astratto e la libertà di gesto da Rothko e Twombly. Le sue opere polimateriche dai forti contrasti si offrono in multiple interpretazioni. Impiega tele e tavole sagomate a cerchio, triangolo o a vario contorno, supporti che appaiono sovente fessurati e coperti da una tipica pittura opalescente.