Osservatorio faunistico regionale: presentato a Perugia il volume su avifauna
Umbria, 03/03/2010
Quaglia, cuculo, upupa, scricciolo e pettirosso, ma anche beccamoschino, torcicollo, strillozzo, fiorrancino e piro piro boschereccio: sono questi alcuni dei nomi, più o meno noti, delle 121 specie di volatili in inverno e 151 in primavera (72 delle quali da considerarsi comuni in Umbria), secondo i dati forniti dalle 1690 stazioni di osservazione-ascolto distribuite su tutto il territorio. Lindagine, realizzata dallOsservatorio Faunistico regionale, è stata pubblicata nel volume Monitoraggio dellavifauna umbra (2000-2005), il numero speciale della collana I Quaderni dellOsservatorio presentato oggi a Palazzo Cesaroni di Perugia da rappresentanti della Regione Umbria e delle Province di Perugia e Terni.
Il lavoro, sintesi dellattività di sei anni, rientra nellambito del Progetto monitoraggio avifauna tuttora in corso e per lalto contenuto scientifico - ha sottolineato il direttore regionale dellassessorato allAgricoltura e Foreste Ernesta Maria Ranieri- rappresenta una pietra miliare nello studio dellavifauna umbra, considerando la capacità degli uccelli di fungere da indicatori biologici. Lintero progetto - ha aggiunto - fornisce un fondamentale mezzo di indagine e di verifica della salute degli habitat e consente di valutare levoluzione del livello di biodiversità.
Le categorie ornitiche sono state studiate partendo da categorie ambientali di riferimento, individuate sulla base della Carta Geobotanica della Rete ecologica regionale. Per ognuna di esse è stata studiata la composizione dellavifauna e sono stati ricavati i parametri caratteristici del popolamento: ricchezza media di specie, valori di dominanza, diversità, indice di rarità.
In base alle tendenze demografiche analizzate, nella stagione riproduttiva 19 specie (28,4 per cento) risultano in aumento, 28 (41,8 per cento) risultano in diminuzione, 15 (22,4) per cento hanno andamento non certo, 5 (7,5 per cento) sono stabili. Nella stagione invernale 22 specie (40,7 per cento) risultano in aumento, 5 (9,3 per cento) appaiono in diminuzione, 20 (37 per cento) hanno andamento non certo, 7 (13 per cento) sono stabili.
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